Longola, località vicino a Poggiomarino (NA), è un sito oramai noto per un insediamento palafitticolo che va dall'età del Bronzo a quella del Ferro (dal XVI al VII secolo a.C.). Il sito è un accampamento perifluviale nella laguna creata dal fime Sarno, un unicum per la sua struttura di villaggio strutturato da palafitte di legno a loro volta edificate su delle isolette di terra risparmiate tra canali artifriciali.
Il villaggio, che alcuni pensano possa essere stato addirittura il primo nucleo abitativo delle genti che in seguito fonderanno Pompei, era vasto più di 7 ettari, e si è conservato sotto una falda d'acqua a oltre quattro metri di profondità. Era abitato dai Sarrasti, una popolazione di origine Osca e sede di produzione e distribuzione di beni di pregio quali la pasta vitrea, l'ambra, l'osso, il legno e la pietra, forse anche un centro importante per la produzione del bronzo dato che in tutte le abitazioni si è rinvenuto un apparato che ben si accosta con i forni di fusione per i metalli.
La prof. Claude Albore Livadie, responsabile scientifica dello scavo, sottolinea che l'abitato risulta essere un' eccezionale scoperta per la conoscenza delle varie fasi dell’Età del Bronzo e del Ferro nel meridione del nostro paese, mai documentata con una tale ampiezza e completezza stratigrafica (Renato Peroni lo definì “un unicum mai visto prima”).
Fino ad ora il sito è stato accessibile e pulito grazie all'azione delle idrovore che aspirano l'acqua proveniente dal fiume Sarno, che altrimenti lo sommergerebbe nuovamente ed inevitabilmente, ma a causa della mancanza di risorse economiche, ora lo scavo, dopo essere stato sospeso, rischia di essere di nuovo sepolto.
La domanda che mi pongo e lascio a voi è: in mancanza di fondi,è giusto accanirsi per il proseguimento dei lavori di ricerca o è più responsabile accettare che questa vada interrotta fino a quando non si presenteranno le migliori condizioni per poterla riprendere?
http://ilgiornaledellarte.com/articoli/2012/1/111464.html
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